Il Ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, ha annunciato venerdì che Russia e Ucraina hanno raggiunto un accordo per effettuare il più grande scambio di prigionieri di guerra dall’inizio del conflitto tra i due Paesi.
Parlando in una conferenza stampa tenutasi a Istanbul, Umerov ha sottolineato che questo accordo rappresenta il risultato più significativo dell’incontro, aggiungendo che è stata fissata una data per lo scambio, ma che al momento non può essere resa pubblica.
«L’incontro si è concluso. Abbiamo discusso del cessate il fuoco e dello scambio di prigionieri. Al momento, abbiamo concordato uno scambio di 1000 prigionieri con altri 1000. Questi sono i risultati del nostro colloquio», ha dichiarato.
"Soddisfazione generale"
Il capo della delegazione russa nei colloqui con l’Ucraina, Vladimir Medinskiy, ha dichiarato che Mosca è "generalmente soddisfatta" dei risultati dell’incontro e che i contatti tra le parti proseguiranno.
Secondo quanto riferito dal Ministero degli Esteri, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha presieduto i colloqui, durati circa un’ora e 45 minuti, svoltisi presso il Palazzo Dolmabahçe.
Alla delegazione turca ha preso parte anche il capo dell’Organizzazione Nazionale di Intelligence (MIT), İbrahim Kalın.
Nel suo discorso di apertura, Fidan si è rivolto alle delegazioni russe e ucraine, nonché ai mediatori turchi, affermando: «Dobbiamo cogliere questa opportunità per avanzare sulla via della pace. Ogni giorno di ritardo porta con sé nuove perdite di vite umane».
La delegazione russa era guidata da Vladimir Medinskiy, consigliere del presidente russo Vladimir Putin, ed era composta, tra gli altri, dal vice ministro degli Esteri Mikhail Galuzin, dal capo dell’Intelligence Militare Igor Kostyukov, dal vice ministro della Difesa Alexander Fomin e da altri funzionari.
A capo della delegazione ucraina vi era il ministro della Difesa Rüstem Umerov. Ne facevano parte anche il vice ministro degli Esteri Sergiy Kyslytsya, il vice capo del Servizio di Sicurezza Oleksandr Poklad, il vice direttore del Servizio di Intelligence Estera Oleh Luhovskyi, il consigliere dell’Ufficio del Presidente Oleksandr Bevz e altri funzionari.